Description
A trent’anni esatti dall’uscita dello storico capolavoro “Ho visto anche degli zingari felici” (7 aprile 1976), esce il 7 aprile 2006 nei negozi e nelle librerie La scoperta dell\'America, il nuovo album di Claudio Lolli, prodotto e distribuito da Storie di Note.
La scoperta dell’America è il primo disco di inediti del cantautore dopo oltre otto anni, periodo in cui il “maestro” bolognese ha comunque dato alla luce due cd (Dalla parte del torto e il "remake" di Ho visto anche degli zingari felici con Il Parto delle Nuvole Pesanti, entrambi per Storie di Note) ed un libro di poesie (Rumore rosa per Stampa Alternativa), oltre ad aver avuto la sua storia intellettuale ed artistica raccontata nel libro biografico La terra, la luna e l’abbondanza (Stampa Alternativa).
Un concept album, che riflette sulla nostra difficile contemporaneità e sul destino di certe “scoperte” destinate ad influire sulle nostre vite in maniere differenti e con diverse sensibilità. A partire da (Il grande poeta russo) Majakovskij e la scoperta dell’America, brano che apre il lavoro e subito rompe il cielo dell’illusione e rivela lo sfratto occidentale e le sue lacrime in cui l’unica speranza sarà strappare la gioia ai tempi futuri. Tappa dopo tappa, sogno dopo sogno, Claudio Lolli descrive il mondo che vede e i suoi bisogni d’amore, “bisogni orizzontali”, il Nuovo carcere paradiso in cui ci troviamo a vivere osservati da un dio che ci odia e ci ama tutti con lo stesso zelo: il dio dell’oblio e della perplessità.
Un mondo attraversato comunque da eroi come quello raccontato in Poco di Buono o nella splendida Le rose di Pantani, probabilmente il brano più emozionante del disco. La vera storia del pirata raccontata con grande dolcezza ed afflato lirico e con una disperata voglia di verità: Dite la vera storia del campione/di un sistema drogato che fa esami,/come di questo vincere si muore…Storie di uomini che ognuno a suo modo fugge dal falso di quest’era che ci circonda. Piccola storia di un dio chiude il cerchio con la disillusione finale che ne racconta la parabola.
Epilogo al disco il Medley con rumori rosa. Poesie lette e suonate. Molto beat e molto reading. Nessun tema famoso come si usa normalmente nei medley, ma poesie destinate a lasciare un segno.
BIOGRAFIA
Era nato a Bologna nel 1950 e venne portato alla Emi proprio da Guccini: il suo stile divenne immediatamente riconoscibile, simbolo dell'insoddisfazione più profonda e letteraria della canzone politica post '68.
Il suo primo disco, Aspettando Godot del 1972, era uno dei più evidenti segnali della volontà della discografia di inestire sui portavoce della protesta giovanile più radicale e incupita. Lolli si rivelò subito come un personaggio vero, capace di trasformare in canzoni la malinconia del vivere quotidiano. Così come il successivo Un uomo in crisi, che conteneva anche un brano dedicato ad Antonio Gramsci, Quello lì, e un deciso inno antimilitarista come Morire di leva. Le canzoni erano aspre e gli arrangiamenti ridotti ed essenziali, ma il suo stile e le sue parole erano in sintonia con i tempi: in breve Lolli divenne uno degli autori più trasmessi dalle celebri "radio libere". Divenne così uno degli esponenti di maggior talento della seconda generazione cantautorale, quella degli anni Settanta immersa in dibattiti ideologici e sociali.
Dopo le aperture strumentali di Canzoni di rabbia del 1975, Lolli si liberò definitivamente dell'etichetta di cantautore triste con un album capolavoro come Ho visto anche degli zingari felici (1976). Un disco che affrontava senza metafore argomenti di attualità come il terrorismo e gli attentati, emarginati e femminismo ma con una ricchezza musicale e lirica difficilmente eguagliabile. Quell'album resta uno dei lavori più riusciti e significativi dell'intera discografia italiana anni 70.
"La musica mi ha salvato la vita dalla banalità", raccontò in un'intervista, "è uno scopo: cercare di guardare la realtà con occhi diversi e raccontarla". Gli Zingari raccontavano le ansie di una generazione alle prese con l'utopia della rivoluzione: Lolli impose anche un prezzo "politico" al disco, che venne messo in vendita 3.500 lire.
Dopo il successo dell'album, Lolli decise di lasciare la Emi per approdare all'etichetta indipendente Ultima Spiaggia. Il disco successivo, Disoccupate le strade dai sogni (un libro di testi da lui pubblicato lo scorso giugno portava lo stesso titolo), fu un atto di coraggio musicale, pieno com'era di riferimenti jazz e di arrangiamenti insoliti, ma fu anche un suicidio commerciale. La sua scarsa disponibilità nei confronti della promozione e una fama controversa (veniva accostato all'ala più estremista del movimento del '77) fecero il resto: per tre anni rimase fuori dal circuito discografico.Gli anni 80 e 90 furono caratterizzati da una serie di album di buon livello ma non troppo fortunati. Fu nel 2000 con Dalla parte del torto che Lolli ritrovò una dimensione consona al suo talento. Album pubblicati da piccole etichette come La scoperta dell'America del 2006, Lovesongs e il più recente Il grande freddo (uscito nel 2017 grazie a un crowdfunding) lo avevano fatto riscoprire anche al pubblico più giovane, oltre che alla critica: con quel disco aveva conquistato la Targa Tenco per il miglior album dell'anno.
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